Shazam! Furia degli dei, recensione: un unicorno in casa DC
Shazam si presenta come un ronzino scanzonato. In realtà, data la complessa situazione in casa DC, è uno dei pochi purosangue della scuderia cinecomics Warner Bros. Nonostante le tante incertezze sulla sua uscita e sul suo futuro, il film con protagonista Zachary Levi porta a casa dignitosamente la pelle, seppur con qualche scivolone.
Rispetto al primo entusiasmante capitolo, l’impasse è evidente. A tratti verrebbe da definirlo un film un po’ stupidino, che da dire non ha molto e insiste su ciò che ne mette in risalto le debolezze, sotto-utilizzando quelli che in vece potrebbero essere dei palesi punti di forza.
D’altro canto, considerando che l’altro film DC rimasto bloccato insieme a Shazam! 2 nel limbo post Covid era quel pasticciaccio brutto di Black Adam (forse il cinecomics più brutto e inutile dell’ultimo decennio), si apprezza come Shazam gestisca con efficacia la grande incertezza che riguarda il suo futuro, avendo capito di avere per le mani un giovane interprete di razza: Jack Dylan Grazer.
Continua a leggere la recenzione di Shazam! Furia degli dei:
- Di cosa parla Shazam! Furia degli dei
- Cosa funziona e cosa no in Shazam! Furia degli dei
- Shazam! Furia degli dei e il futuro del mondo DC
Di cosa parla Shazam! Furia degli dei
Billy Batson e i suoi fratelli d’adozione sono i nuovi protettori di Philadelphia, ma l’ingenuità della loro età li porta a venir soprannominati come il gruppo dei Philly Fiasco. Nonostante le buone intenzioni e le tante vite salvate infatti, la città si concentra sui loro errori e l’incapacità di essere davvero super.
Questa consapevolezza pesa molto sull’animo di Billy (Asher Angel), perseguitato dalla sindrome dell’impostore. Vorrebbe essere un leader e tenere unito il gruppo di fratelli e sorelle adottivi, ma li sente lontani e distratti, ognuno concentrato sui propri problemi. Freddy (Jack Dylan Grazer) per esempio è alle prese con la sua prima cotta. Una nuova, bellissima studentessa di nome Anne (Rachel Zegler) lo ha trattato con gentilezza e si è interessata a lui, scatenando l’entusiasmo del ragazzo che, forse a causa della zoppia, non era mai interessato a nessuna ragazza.
I problemi di tutti verranno messi da parte quando le tre figlie di Atlante arriveranno per minacciare l’umanità. Espera, Calipso e Antea sono decise a vendicarsi con la Terra e i suoi campioni. Le azioni di Billy nei panni di Shazam hanno indebolito la barriera che teneva le tre divinità confinate in un mondo morente. Ora le dee sono riuscite ad arrivare sulla Terra e hanno tutta l’intenzione di riprendersi i propri poteri e vendicare il furto del Mago.
Cosa funziona e cosa no in Shazam! Furia degli dei
Il secondo Shazam ha fatto sua una lezione importante ereditata dal primo film: il talento davvero fuori dal comune del giovane Jack Dylan Grazer. Il sequel punta saggiamente sul ragazzo (che già una carriera attoriale di tutto rispetto) quando segue le vicende dei ragazzini orfani pre-trasformazione, affidandosi invece alla consueta verve di Zachary Levi quando si parla di super.
Jack Dylan Grazer è del tutto in grado di sostenere la sfida e riesce a dare spessore a un personaggio molto stereotipato e a rischio vittimismo, come Levi riesce a far funzionare battute tutto sommato prevedibili e convenzionali. Peccato che alcune delle migliori vengano già bruciate dal trailer.
Quello che invece Furia degli dei proprio non riesce a fare è sfruttare il talento del trio di cattive che ha per le mani.Helen Mirren e Lucy Liu sono attrici molto famose, riconoscibili e carismatiche, in grado di mettersi in gioco anche in progetti leggeri e dal tono comico (non dimentichiamo che la seconda si è fatta le ossa in Ally McBeal). Avere per le mani queste interpreti e relegarle a dei ruoli mal scritti e molto banali, con costumi un po’ brutta copia di Xena è davvero uno spreco insensato, per un film che invece avrebbe proprio bisogno di fare tesoro di ogni oncia di carisma e novità disponibile.
Il primo Shazam! funzionava anche grazie alla verve del suo villain, interpretato da Mark Strong. Qui invece capiamo fin da subito dove andranno a parare le tre sorelle figlie di Atlante, che posizione prenderanno, che fine faranno. In anni recenti Helen Mirren ha ampiamente dimostrato di poter funzionare in contesti più leggeri del cinema d’autore, ma la sua Espera è un concentrato di frasette ad effetto e ramanzine a Shazam. Ancor più incolore è la stereotipata crudeltà di Lucy Liu, contrapposta alla dolcezza prevedibile della sorella Antea.
D’altronde che Shazam sia poco incisivo lo si capisce presto. Il film soffre anche di bizzarri cali di ritmo. È come se nei passaggi obbligati della trama (l’eroe che si sacrifica, i giovani che stanno per essere uccisi dal drago ma ovviamente si salveranno) il film andasse in pausa, rallentando, quando la banalità di queste svolte renderebbe più saggio liquidarle in fretta.
Shazam insomma non convince fino in fondo. Un po’ perché è un film supereroistico in cui nessuno evento è davvero incisivo e nessuno si fa mai male (a parte l’insegnante migliore della scuola, unica vera sorpresa della pellicola). Che senso ha popolare Philadelphia di orrendi mostri mitologici (orrendi in quanto mal fatti in CGI, s’intende) se poi si limitano a sbatacchiare i passanti o urlargli in faccia? Dov’è il vero pericolo, dov’è finita la concretezza di certe svolte? Se qualcosa d’importante viene distrutto, magari anche mezza metropoli, perché la cosa viene superata con un’alzata di spalle, senza ripercussioni?
Lo stesso di può dire dell’identità del protagonista. Ci sono un paio di scene in cui la regia sottolinea come sia praticamente pubblica, dato che tutti ne riprendono coi telefonini un discorso in cui viene fatto il suo nome, eppure poi tutto torna quasi come prima. Questa sciatteria rende meno riuscito un film che avrebbe potuto giocare meglio le sue carte.
Shazam! Furia degli dei e il futuro del mondo DC
Non bisogna dimenticare però in che contesto è stato ultimato il secondo Shazam!. Tra la sua fase di pianificazione e la sua uscita Warner Bros. ha affrontato una serie lunghissima di vicissitudini non da poco, tra cui l’affondamento del franchise di Animali Fantastici e la disfatta di vari franchise DC. Il velenosissimo divorzio di Amber Heard e Johnny Depp ha pesato da solo su due saghe redditizie per casa Warner (Animali Fantastici e Aquaman), senza contare l’incredibile sequenza di arresti e bravate di Ezra Miller, che rendono difficile capire come si possa portare in sala una pellicola supereroistica di cui è assoluto protagonista. Come dimenticare poi le vicende dello Snyderuniverse e le accuse di molestie a Joss Whedon, con conseguente rifacimento di Justic League. Un disastro da cui l’intero universo DC è uscito con le ossa rotte.
A mettere insieme i pezzi è arrivato James Gunn, a sua volta fuggito dall’universo Marvel che comincia a sentire i primi scricchiolii. Sulle due scene extra di Shazam! (rimanete fino alla fine dei titoli di coda in sala, mi raccomando) c’è già un’indicazione di come e se Billy potrà far parte del nuovo universo DC.
Difficile però dire se e quanto il film sia stato rimaneggiato proprio in vista di questa evenienza e quanto sia rimasto per strada. Quel che è certo è che, zitto zitto, Shazam! si è dimostrato uno dei super più solidi e affidabili di casa DC. In pratica un unicorno: un frachise DC solido e riuscito, senza strafare, senza buttarla in caciara, capace persino di coltivare giovani talenti.
Difficile gestire un film che non si sa se avrà un futuro e quale sarà. Tutto sommato dunque, La furia degli dei se la cava egregiamente.